Nylon sostenibile

Dalle reti fantasma ai tessuti innovativi ...


Le attrezzature per la pesca, e in particolare le reti, sono tra le maggiori fonti di inquinamento di tutti i mari e oceani del mondo. 

Costruite in nylon, polipropilene, polietilene, poliestere e altri materiali che ne rendono economica e tenaci le strutture, comportano un grave problema ambientale se abbandonate nel mare, divenendo pericolose non solo per la fauna marina ma anche per le imbarcazioni e i sub. 

Ong e associazioni di volontari, animati dal desiderio di proteggere e tutelare l’ecosistema marino, si stanno impegnando per liberare mari e oceani dalle reti che una volta recuperate vengono poi riciclate come tappeti, moquette e capi d’abbigliamento.

 

La plastica negli oceani 

Si stima (Scientific Reports, 2018) che circa il 50% del materiale plastico presente sui fondali marini sia costituito da attrezzatura da pesca perlopiù reti, note anche come “reti fantasma”, che vengono perse abbandonate o scartate in mare. Vere e proprie trappole mortali per la fauna marina, tartarughe pesci e uccelli vi finiscono infatti impigliati morendo poi per soffocamento. 

Con il tempo poi le reti da pesca si dividono in pezzi sempre più piccoli, le micro-plastiche, che vengono ingerite dai pesci. Oltre il 90% degli uccelli marini che predano gli animali acquatici presenta infatti plastica nelle viscere. 

 

ECONYL®

Tra i big dell’economia circolare, Aquafil è leader nella produzione di un innovativo filato: ECONYL®. Un filato sintetico con le stesse identiche caratteristiche del nylon da fonte vergine che però si può rigenerare, ricreare e rimodellare all’infinito. Viene utilizzato soprattutto nell’industria della moda e degli interni per realizzare tappeti, capi d’abbigliamento, costumi da bagno e accessori. 

Questo filato viene realizzato a partire da reti da pesca, tappeti domestici, rifiuti plastici industriali e scarti di tessuti utilizzati dall’industria tessile. Le reti da pesca provengono dall’acquacoltura e dalle industrie ittiche e in minor parte sono recuperate sui fondali marini dai volontari della fondazione Healthy Seas (nata nel 2013 su iniziativa di Aquafil Star Sock e una ONG). Una volta recuperate dal fondo del mare e stoccate in punti di raccolta, le reti vengono prima pulite e selezionate e poi, quelle idonee al riciclo (realizzate in Nylon 6 e non troppo rovinate), inviate all’impianto di rigenerazione sloveno di Aquafil